Il caso, ormai noto ai più, può essere sintetizzato così. Settembre 2019, in una classe 5a della scuola primaria Dante Alighieri di Cesena due bambini litigano e iniziano a insultarsi reciprocamente con epiteti di natura sessuale; la giovane supplente in servizio da pochi giorni, sentendo tali parole rimane scandalizzata e seda la lite, ma reputa opportuno improvvisare una lezione di educazione sessuale ai bambini con tanto di disegni alla lavagna (un ovulo e uno spermatozoo, a suo dire), video su YouTube con musichette, e altro.
Il “corso accelerato” – non concordato con genitori, preside, esperti esterni o altri insegnanti – provoca “turbamento” nei bambini. I genitori dei bambini e i colleghi della giovane maestra si lamentano con la preside, la quale attiva subito un procedimento disciplinare. Il ministero decide di licenziare la maestra per giusta causa con cancellazione dalle graduatorie. Dopo quattro anni di ricorsi, la Cassazione mette la parola fine alla vicenda e conferma il licenziamento.